Come scrivere un contenuto per il proprio blog per guadagnare?

 

 

Come scrivere un contenuto per il proprio blog per guadagnare? Una guida sintetica ma completa che offre utili spunti e consigli per creare articoli ottimizzati SEO che convertono.

 

 

Il mondo del web è pieno di blog e siti, più o meno settoriali, ma soltanto una piccola percentuale di questi converte sul serio.

Questo perché non utilizzano al meglio tutti gli strumenti a disposizione di un buon copy, che uniti alle tecniche più avanzata in ambito SEO, consentono di ottenere grandi risultati da questo punto di vista. Sono infatti, tante le agenzie e le aziende, che partendo dal proprio blog, riescono a portare in primis tante visite al sito, per poi convertire queste visite in lead, acquisti e altro ancora.

Ma come scrivere dei contenuti che possano convincere il lettore a compiere quell’azione precisa? Lo spieghiamo in questo nuovo approfondimento, facendoci aiutare dallo staff del sito dedicato al mondo del Marketing e della Comunicazione, Marketing Notizie.

 

Attenzione allo studio delle parole chiave

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Questa è proprio la fase preliminare da cui parte tutto. La ricerca delle parole chiave è indispensabile per poter preparare un contenuto appetibile sul mercato. Bisogna, quindi, capire cosa cercano le persone sul web e provare a posizionarsi ai primi posti sui motori di ricerca.

Si può fare il miglior contenuto del mondo, ma se si tratta di un argomento a cui nessuno è interessato, non è altro che lavoro sprecato.

Quindi prima di tutto studiare keywords e concorrenza sulle stesse è il punto da cui partire per strutturare poi la propria strategia di content marketing.

 

 

Il titolo è importante (ma non deve essere click bait)

Per anni è stata condotta una profonda battaglia contro il cosiddetto ‘click bait’, cioè quei titoli esca altisonanti e che hanno come unico obiettivo quello di far cliccare il lettore. Una volta entrato dentro il sito, però, si scopre che la notizia non era così sensazionale come era stato fatto credere.

Tra un titolo di questo tipo e uno freddo, glaciale, c’è un mondo di grigi da prendere in considerazione. Nel senso che il titolo deve essere accattivante, SEO-friendly ma non click bait. Deve generare quella giusta curiosità senza però trarre in inganno l’utente, facendogli credere qualcosa che non è vero.

O che, comunque, il titolo sia stato ingigantito troppo.

 

Senza call to action non si va da nessuna parte

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Una volta che l’utente ha letto l’articolo, cosa deve fare?

Finché si tratta di un sito di news, probabilmente l’ideale sarebbe che andasse in una categoria o nell’home page, per consultare altre sezioni del portale.

Se, però, si tratta di un e-commerce, dovrebbe andare nei prodotti correlati o anche del prodotto di cui si parla, al fine di concludere una certa azione (iscriversi alla newsletter, acquistare il prodotto, inviare una mail).

Ma per fargli fare l’azione desiderata è fondamentale che all’interno dell’articolo – alla fine, al centro o all’inizio, ciò dipende da tanti fattori – ci sia la cosiddetta ‘Call To Action’, il cui acronimo è CTA. La Call To Action è, appunto, usare una sorta di invito a compiere una determinata azione.

Se, ad esempio, si è parlato di uno smartphone in uscita da poco su un blog che commercializza prodotti elettronici, risulta fondamentale inserire una Call To Action del tipo ‘Acquistalo subito’. La Call To Action, però, non è soltanto l’invito ad acquistare ma può riguardare più aspetti.

Può essere la proposta di iscriversi alla newsletter, a leggere la seconda parte di un approfondimento oppure di consultare un’altra pagina dello stesso sito.

 

 

Il testo deve essere adatto al lettore

Quando si scrive un contenuto, si commette il più delle volte sempre lo stesso errore: si scrive per sé o si danno per scontate tante cose che, in realtà, non lo sono.

Un conto è pubblicare un contenuto su un blog specialistico, di nicchia, per esperti del settore e un altro è pubblicare un contenuto su un blog generalista.

Nel primo caso, va da sé, che non è opportuna la spiegazione di ogni parola un po’ più tecnica poiché si presume che chi legge abbia una conoscenza di base, tale da conoscerne il significato.

Nel secondo caso, invece, quando si comincia a entrare nel dettaglio, e ci si rivolge a un pubblico non settoriale, si può descrivere il significato di qualche parola più specifica.

In questo modo, il lettore non si sentirà un pesce fuor d’acqua ma, anzi, sarà ben felice di proseguire la lettura. E se si scrive in maniera persuasiva, è un attimo che viene convinto a fare quella determinata azione che si spera faccia.

Il nostro approfondimento dedicato alla redazione di un testo che converta, termina qui. Alla prossima con i post a cura del nostro portale!

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