Ebook Grazia Deledda

 

Biografia del premio Nobel Grazia Deledda e le sue opere più famose

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Grazia Deledda è una scrittrice italiana conosciuta soprattutto all’estero. Nata a Nuoro nel 1871 da una famiglia agiata, studiò da autodidatta e si appassionò a Hugo, Dumas, Heine, Manzoni, Verga e i narratori russi. Dopo il matrimonio si trasferì a Roma. Già da giovanissima cominciò a scrivere novelle e romanzi che venivano pubblicati su riviste e giornali come “Il giornale di Nuoro”.

Il suo primo romanzo si intitola “Memorie di Fernanda” dove vengono descritti gli amori, le passioni e gli intrighi di una famiglia. La notorietà arrivò però con il romanzo “Anime oneste” del 1895. Seguirono “La giustizia” nel 1899, “Dopo il divorzio” del 1903 che verrà ristampato intorno agli anni ’20 con il titolo “Naufraghi in porto”. Altri titoli sono: “Elisa Portolu” e “Cenere”, “Canne al vento”, “Marianna Sinca”, “Il Dio dei viventi”, “La madre” e il testo teatrale “L’edera”. Queste opere descrivono storie e amori drammatici, episodi di morte e dolore, leggende paesane.

La sua narrativa prende spunto dal verismo e dal folclore.  Nel 1926 le viene conferito il Premio Nobel per le Letteratura. Lavora anche come traduttrice. Muore a Roma nel 1936 a causa di un tumore.

Verrà pubblicato postumo “Cosima, quasi Grazia”, opera che contiene tutta la poetica della scrittrice sarda. Il suo romanzo più famoso è “Canne al vento”: uscito a puntate su L’Illustrazione italiana, il titolo si riferisce alla fragilità umana e al dolore; la vita umana è paragonata alle canne che sono soggette al vento. La vita dell’uomo è in balia di una forza che non si può vincere.

 

 

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Grazie Deledda, il contesto in cui visse

Grazia Deledda è al momento l’unica donna italiana ad aver vinto il premio Nobel per la letteratura. Nonostante fosse nata in un’epoca dove l’emancipazione femminile era ben lontana in quel tempo, la scrittrice è riuscita comunque sia ad ottenere la sua fetta di soddisfazione. Ha dovuto superare le critiche dell’opinione pubblica per i temi da lei trattati in quanto non consoni per una donna di quel tempo.

Quasi tutti i suoi scritti sono legati alla sua amata patria, ovvero alla Sardegna.

La sua famiglia era piuttosto benestante, il padre era un ricco terriero, molto intelligente, amante della poesia, mentre la madre che all’apparenza sembrava severa ma molto devota alla famiglia era una donna che non interessava la vita sociale, infatti né leggeva, né scriveva parlava soltanto la lingua natia.

Nonostante il bene che la legava a lei, era chiaro che Grazia non voleva condurre la vita simile alla sua, mentre l’ammirazione che provava per il padre era piuttosto palese.

E fu così che da giovanissima conobbe alcuni grandi scrittori, tra cui Enrico Costa che con il tempo divenne un punto di riferimento fondamentale nella sua vita. E’ da qui inizia la sua vita letteraria,

 

Grazie Deledda opere

La sua produzione letteraria è vasta e intensa a tal punto da essere definita un’autrice letteraria completa. Nelle sue opere sono presenti moltissime tematiche: la Sardegna come anticipato in precedenza, una forza superiore che governa il destino degli uomini, e non mancano poi altri temi che si intrecciano a loro volta con altri argomenti quali la passione, il bisogno dell’espiazione, il senso del peccato.

E che dire delle figure femminile presenti nelle sue opere? Tutte le donne presenti nelle sue opere letterarie sono accomunate da caratteristiche comuni, quali la forza, il vigore, il senso della passione.  Si può facilmente intuire come Deledda nei suoi racconti cerca di elevare la figura femminile conferendole una superiorità maggiore rispetto alla figura maschile.

Passiamo alle sue opere: il suo esordio avvenne in età molto giovane dato che a soli 17 anni invia ad una rivista del tempo, Ultima Moda, diretta da Epaminonda Provaglio, i suoi primi testi. Venne pubblicato dunque, il suo racconto “Sangue Sardo”. Si tratta di un racconto che ha come protagonista una donna, la quale non accetta che l’uomo di cui è innamorata voglia sposare sua sorella piuttosto che lei. Per questa ragione decide di ucciderlo. Il testo si avvicina molto alla letteratura popolare e d’appendice di Ponson du Terrail.

Nello stesso anno seguono rispettivamente Remigia Helder e Memorie di Fernanda. In quest’ultima opera la scrittrice vuole mettere in evidenza come una persona può trovare la propria strada rivolgendosi altrove, dunque fuori dal proprio contesto sociale, culturale, dalle vie d’infanzia.

Tra le altre sue prime opere, annoveriamo: Stella d’Oriente, romanzo pubblicato a puntate, la regina delle tenebre, Fior di Sardegna, Nell’azzurro e Leggende sarde.

 

Grazia Deledda: i romanzi più famosi

Canne al vento è l’opera di maggior successo della scrittrice. Avvalendosi di canoni veristici la scrittrice narra la storia di donne rimaste sole in seguito ad un evento drammatico. Chiuse tra le mura domestiche attendono pazientemente l’arrivo della vecchiaia, ma l’autrice mette in risalto un cambiamento spingendo la più giovane delle donne a trasferirsi nell’altra parte del mondo in modo da vivere la sua vita in una condizione più moderna.

In questo celebre romanzo Deledda evidenzia la debolezza maschile, mentre mette in luce la forza del “sesso debole”.

Un’altra opera di maggior successo è Elias Portolu. Si tratta di un romanzo appassionante dove il protagonista è travolto dalle passioni, dalla gelosia, dal senso di colpa. Un uomo “debole” che non sa agire e né reagire di fronte a determinati eventi ma che comunque riesce a toccare il cuore del lettore che lo segue nelle sue vicissitudini.

Leggendo  quest’opera si può facilmente intuire come il Decadentismo è presente in modo molto marcato.

Non possiamo non citare Cenere. Nel romanzo sono presenti diversi personaggi, tra cui Olì che conosce l’amore ma anche il tradimento e Anania, un uomo crudele e privo di scrupoli.

Un’altra opera importante è la Madre. Un giovane parroco si innamora perdutamente di Agnese, la madre del giovane teme uno scandalo e cerca di lottare con tutte le sue forze affinché la relazione si interrompa.

 

Grazia Deledda e lo stile

A differenza di Giovanni Verga o di Luigi Capuana, nelle opere di Grazia Deledda non c’è una rappresentazione oggettiva della realtà bensì soggettiva.

La sua formazione culturale si può collocare nel periodo che va a cavallo tra decadentismo e verismo.

Se Capuana da una parte l’apprezza, alcuni invece la criticano per via della sua scrittura in quanto convinti  che in tutte le sue opere descrivi una Sardegna molto arretrata.

Ma nonostante le critiche, la sua scrittura è considerata abbastanza moderna.

Per quanto riguarda le donne presenti in tutte le sue opere, come anticipato in precedenza, vengono accomunate da caratteristiche simili (forza, voglia di lottare, passione) che le rendono  superiori alle figure maschili.

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